sabato 11 luglio 2009

Palermo s’innamora di Zenga

Da Borgo alla Vucciria lo scudetto è la parola d’ordine: «Finalmente uno che non si nasconde, lo abbracceremo».



Confusi e felici. Storditi, ma allo stesso tempo ammaliati. Se Walter Zenga doveva conquistare i suoi nuo­vi tifosi ha scelto il modo mi­gliore. Il suo impatto su Paler­mo ha avuto gli effetti di uno tsunami. Quel «voglio vincere lo scudetto» ha dato la scossa. Palermo ha ancora i brividi. I tifosi hanno vo­glia di sognare, di sentirsi pro­tagonisti. Basta andare in giro tra i quartieri storici, l’entusiasmo e la cu­riosità si tocca con mano. Carlo e Pino hanno una trattoria in pieno Borgo. Da lo­ro si mangia, si beve e si parla di calcio. «Se arriva Pastore perché no — dice Carlo —? Lo scudetto no, ma in Champions sì». Pino aggiunge. «A Catania Zenga con quella squadra di ca­daveri ha fatto miracoli, col Pa­lermo può stupire tutti».

Dal Borgo alla Vucci­ria il passo ideale è breve. Si sogna anche lì, tra i banchi del pesce fresco e della frutta. «Ab­biamo un grande allenatore— dicono in coro Cosimo Garofa­lo e Filippo Taranto — l’'Omo Ragno' oltre che in porta è for­te anche in panchina. Certo l'ha sparata grossa. Però se dobbia­mo lottare per lo scudetto ci vo­gliono altri tre acquisti». Più lontano si sente una voce. «Ci vuole Cruz — grida Antonino Benfante mentre pulisce le va­sche del pesce — con lui sì che lo vinciamo lo scudetto». L’ar­gomento coinvolge tutte le bancarelle, la piazza della Vuc­ciria si paralizza. «Allora chia­riamo un concetto — dice Gi­no Bottarga — Zenga ha fatto bene ovunque, io sono un cata­nese che vive a Palermo e qui non avrà problemi. Lo scudet­to? Se lui trasmetterà questo entusiasmo a tutti...».

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