Da Borgo alla Vucciria lo scudetto è la parola d’ordine: «Finalmente uno che non si nasconde, lo abbracceremo».
Confusi e felici. Storditi, ma allo stesso tempo ammaliati. Se Walter Zenga doveva conquistare i suoi nuovi tifosi ha scelto il modo migliore. Il suo impatto su Palermo ha avuto gli effetti di uno tsunami. Quel «voglio vincere lo scudetto» ha dato la scossa. Palermo ha ancora i brividi. I tifosi hanno voglia di sognare, di sentirsi protagonisti. Basta andare in giro tra i quartieri storici, l’entusiasmo e la curiosità si tocca con mano. Carlo e Pino hanno una trattoria in pieno Borgo. Da loro si mangia, si beve e si parla di calcio. «Se arriva Pastore perché no — dice Carlo —? Lo scudetto no, ma in Champions sì». Pino aggiunge. «A Catania Zenga con quella squadra di cadaveri ha fatto miracoli, col Palermo può stupire tutti».
Dal Borgo alla Vucciria il passo ideale è breve. Si sogna anche lì, tra i banchi del pesce fresco e della frutta. «Abbiamo un grande allenatore— dicono in coro Cosimo Garofalo e Filippo Taranto — l’'Omo Ragno' oltre che in porta è forte anche in panchina. Certo l'ha sparata grossa. Però se dobbiamo lottare per lo scudetto ci vogliono altri tre acquisti». Più lontano si sente una voce. «Ci vuole Cruz — grida Antonino Benfante mentre pulisce le vasche del pesce — con lui sì che lo vinciamo lo scudetto». L’argomento coinvolge tutte le bancarelle, la piazza della Vucciria si paralizza. «Allora chiariamo un concetto — dice Gino Bottarga — Zenga ha fatto bene ovunque, io sono un catanese che vive a Palermo e qui non avrà problemi. Lo scudetto? Se lui trasmetterà questo entusiasmo a tutti...».
sabato 11 luglio 2009
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